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Stefano Bosis, nato a Milano nel 1979 e laureatosi in Informatica, abbandona ben presto il mondo digitale per trasferirisi in Inghilterra, dove si avvicina al teatro, e successivamente in Spagna, dove apprende l'arte di strada. Al ritorno in Italia si diploma come attore della commedia dell'arte e gira per l'Europa in moto, stabilendosi nel 2012 a Berlino dove vince una residenza per artisti con una serie pittorica sulla massificazione e il nichilismo. Nel 2014 viene invitato per una residenza in Colombia, dove si fermerà per quache anno viaggiando tra Messico, Guatemala e Cuba.
Trascorre diversi periodi vivendo tra le tribù degli indios, specialmente nel nord della Colombia. Apprende da loro la concezione dell'artista come sciamano, colui che mette in relazione il mondo degli uomini e il mondo ultraterreno, teoria che nella cultura occidentale aveva trovato il massimo interprete in Joseph Beuys. L'artista ha il ruolo di esplorare le forze della natura, e quindi di organizzarla e rappresentarle secondo modalità formali che si identificano con una nuova possibilità di visione del reale. La visione non è più antropocentrica, ma olistica: il mondo è un insieme organico dotato di una propria sensibilità, una natura che è capace di comunicare e trasmettere informazioni.
Forme, colori e segni sono tutti strumenti per esprimere qualcosa di immateriale e di spirituale: emozioni, sensazioni, energie e idee. La pittura di Bosis si fa così gestuale, apparentemente irrazionale, e dominata da colori forti e accesi.
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