waw!
GIUSEPPE BERGOMI
Ila, 2017, bronzo policromo, cm 52x19,3x14,6
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Sin dagli esordi, Bergomi trova all'interno della famiglia la sua fonte di ispirazione: la moglie e poi le figlie vengono modellate idealizzando la realtà, esprimendo un'idea classica di bellezza calata negli affetti e nei sentimenti di una famiglia amata. Una condizione della sua stessa vita che si rivela in arte. "Visitai nel 1981 la mostra Les réalismes, curata da Jean Clair, al Centre Pompidou. Una straordinaria carrellata che andava da Picasso degli anni Trenta a morandi. rimasi colpito da due terrecotte: ritratto di moglie col cappellino di Otto Gutfreund e dalla Bevitrice di assenzio di Bedrich Stephan. Quindi da il Sogno e la Pisana di Arturo Martini. girando per quelle sale immaginai il dipinto che stavo realizzando di mio fratello e della sua ex moglie, che è rimasto incompiuto, e l'ho visto farsi scultura".
La sua sintesi di anima e materia parte dalle persone a lui più vicine e più care, coloro che suscitano i sentimenti più profondi: la moglie, le figlie, e poi le modelle che diventano compagne, non solo puri corpi da modellare. Legami che esprimono la forza e la bellezza della vita per cui Roberto Tassi parla di "vivezza immobile": una scultura che è tutta visione e insieme tattilità, figura che si fa metafisica del quotidiano. "Quando concepisco una scultura, il colore non è mai ornamento, ma è parte integrante dell'idea, è esso stesso soggetto, così come la forma, il ritmo e la tensione dell'immagine". La scultura non è concepita come una serie di pieni e di vuoti, che anima gran parte della scultura contemporanea, ma come anima.
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BIOGRAFIA
Giuseppe Bergomi nasce a Brescia nel 1953. Vive e lavora a Ome, in provincia di Brescia.
Dopo l'Accademia di Belle Arti di Brera tiene la sua prima personale come pittore a Brescia e tre anni dopo inizia a modellare. Da quel momento cominciano i rapporti con le più importanti gallerie italiane e straniere e il consenso della critica più prestigiosa. Nel 1992 Jean Clair lo invita a vivere e lavorare a Chateau Beychevelle. In questa occasione realizza una grande terracotta raffigurante l'allegoria della giustizia con la quale vince il Grand Prix Château Beychevelle. Nel 1996 Roberto Tassi cura la personale a Milano e Marco Vallora quella di Pietrasanta e, sempre nel 1996, viene invitato alla XII Quadriennale d'Arte di Roma. In tale occasione la Camera dei Deputati acquista la sua opera "Valentina in piedi" che entra a far parte della collezione permanente di Montecitorio. Nel 1997 il Principato di Monaco acquisisce due grandi sculture esposte alla VI Biennale di Scultura di Montecarlo.
Nel 2000 realizza una scultura monumentale in bronzo dal titolo Uomini, delfini e parallelepipedi per l'ingresso dell'acquario di Nagoya, in Giappone. Nel 2005 espone più di sessanta opere al Chiostro del Bramante a Roma e successivamente a Palazzo Martinengo a Brescia.
Nel 2010 viene insignito del Premio Internazionale di Scultura "Pietrasanta e la Versilia nel mondo".
Tra le esposizioni che si sono susseguite dal 1978 ad oggi, si ricordano nel 2007 all'Art Museum di Shangai dal titolo "Italiana", nel 2011 alla LIV Biennale di Venezia Arsenale e al Festival dei Due Mondi di Spoleto, nel 2012 al complesso di Sant'Agostino di Pietrasanta, nel 2015 all'EXPO di Milano per "Tesori d'Italia" presenta la scultura "Grande Ellisse" e nel 2016 al Palazzo della Cultura di Catania.
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